Immerso in una riserva naturale tra le più importanti d'Europa, dopo quasi 40 anni torna a vivere 'Il Rifugio', nella Foresta Umbra. Lo fa rispettando il Pianeta in una versione completamente green; perché anche quando ci si rilassa bisogna sempre ricordarsi di salvaguardare l'ambiente.
Ed è così che lo ha concepito Marcello Salvatori, l'imprenditore vitivinicolo foggiano, che due anni fa si è lanciato nell'impresa di riportare in vita il rifugio nato ufficialmente il 21 luglio del 1940. Domenica, 1 dicembre, l'inaugurazione dell'albergo ecosostenibile che il titolare ha voluto dedicare alla mamma: da qui il nome 'Elda Hotel', un chiaro richiamo anche alle cantine di sua proprietà.
Quattordici stanze suddivise in due piani progettate per godersi una vista spettacolare sulle faggete vetuste, patrimonio naturale dell'Unesco dal 2017. L'Elda Hotel fa, inoltre, del riciclo e del riutilizzo dell'acqua piovana il proprio marchio di fabbrica.
Una struttura ricettiva che mira all'indipendenza dal punto di vista energetico, a iniziare dal riscaldamento con caldaie a cippato, ovvero caldaie che utilizzano unicamente i residui della lavorazione del legno. Anche la cucina strizza l'occhio ai prodotti a "centimetro" zero, utilizzando per la realizzazione dei piatti le erbe spontanee che crescono in foresta.
"E' un albergo esperenziale che ha un'ambizione: far conoscere a tutto il mondo il Gargano, terra incontaminata di cui siamo assolutamente orgogliosi - ha detto Marcello Salvatori - Puntiamo anche a farlo divenire un ciclo-hotel: organizzeremo infatti per la nostra clientela esclusioni in foresta in sella a una biclicletta o, per i più temerari, in sella ad un cavallo".
L'Elda Hotel fa proprio anche il concetto di destagionalizzazione turistica. "Cercheremo di essere aperti 12 mesi l'anno", assicura Salvatori. Durante la cerimonia inaugurarle tra gli ospiti era presente la signora Franca Maria che 62 anni fa celebrò proprio al rifugio il suo banchetto di nozze. "L'albergo è cambiato tanto, si è arricchito di nuove stanze. Ma oggi - racconta Franca Maria - sto rivivendo le stesse emozioni del 25 giugno del 1957"